Si apprestò per la seconda volta ad infilare la chiave nella serratura, ma una voce dall'alto la interruppe. Una ragazza dai lunghi e lisci capelli castani, in perfetto ordine, parlò dal piccolo balcone che sovrastava la porta dell'appartamento della bionda pianista. Era Amelia, sua sorella.
A: Fatto tardi??
Violante si spaventò, alzandosi di scatto e sbattendo la testa ad un vaso penzolante appeso al ramo di un albero del grande giardino.
V: maledetto vaso, domani giuro che lo disintegro! e tu vuoi abbassare le voci?! non vorrai svegliare Matteo e Ottavia?...e soprattutto io non voglio che mamma e papà si sveglino...e se sono svegli non voglio che si accorgano della mia presenza...
La sorella la guardò con un aria perplessa, il suo volto era illuminato solo dal tenue riflesso lunare.
A: tutto bene sorellina? sembri strana...
V: non ho nulla...sono solo molto stanca...non vedo l'ora di infilarmi nel mio let..uuuoaaaaahhh...mmh, nel mio letto...
Lo sbadiglio non fece concludere la frase a Violante. Amelia sorrise.
A: va bene, mi fido...domattina accompagni tu Ottavia alla ludoteca? che turno hai?
V: no domani non lavoro...ho la giornata libera...comunque accompagno lo stesso la bambina. vado... a domani.
A: va bene, la preparo e la mando dalla mamma alle 8, io e Matteo dobbiamo uscire a quell'ora...notte!
V: si, notte, notte...
Disse Violante con tono incolore e disinteressato. Amelia rimase interdetta, poi rientrò in casa. violante aprì finalmente la porta di casa sua, dalla quale usciva un delicato profumo di rose. al centro del tavolo della piccola cucina c'era un vaso di vetro, con un grande mazzo di rose rosse.
V: questo profumo di rose?...ma quelle sono...rose rosse...
La giovane si avvicinò al tavolo, notando che appoggiato sopra il mazzo c'era un biglietto: "100 rose rosse non bastano ad eguagliare la bellezza della più bella delle rose...auguri Viola. Mamma e Papà.".
V: che carini...domani li ringrazierò a dovere...
Quel gesto così gentile l'aveva tirata su. Prima di uscire aveva avuto una piccola discussione con suo padre in merito al fatto che per la prima volta non passasse la cena del suo compleanno con la sua famiglia.
V: questo vuol dire che papà non se l'è presa poi tanto per stasera...meglio così...
Gli sbadigli erano sempre più frequenti, oramai Violante avanzava per inerzia verso il bagno, per cambiarsi ed andare finalmente a riposarsi, meritatamente. infilò la vestaglietta di seta nera; non le interessava essere sexy, ma la seta era così fresca d'estate. aprì la porta della sua camera, accese la luce e notò immediatamente un altro mazzetto di fiori, riposto ordinatamente sul letto, legato da un nastro di raso nero. un altro bigliettino gli giaceva al fianco. Violante lo lesse: "le rose saranno pure belle, ma tanto lo so che son questi i tuoi fiori preferiti! li ha colti personalmente Ottavia...spero ti piacciano! buon compleanno sorellina.". Ovviamente il pensero stavolta era da parte di Amelia...e della piccola Ottavia.
V: ma sono violette e margherite! sono bellissime...
Violante prese un vasetto d vetro blu, lo riempì di acqua fresca e vi ripose accuratamente le violette e le margherite, andandole poi a sistemare in cucina, sul grande ripiano in pietra e muratura che divideva la cucina e l'angolo cottura dalla "zona living" dove si trovavano il divano e il televisore. Sorridendo osservò un'altra volta i regali che aveva ricevuto, pensando che considerando anche il resto della serata quello era stato senz'altro il compleanno più singolare della sua vita. scostò le lenzuola quanto bastava per infilarsici dentro, e dopo l'ennesimo grosso sbadiglio, lo fece. La sua gatta Blackened, dopo aver ricevuto il bacio della buonanotte da quella che considerava la sua "mamma", si accoccolò ai piedi del letto, come ogni notte.
V: chissà se riuscirò a dormire stanotte...che diamine di serata assurda! Domattina appena sveglia lo chiamo...devo chiamare Martin...mmh.. Martin...
Con quelle parole cadde in un giusto e più che profondo sonno. Ora sia Martin che Violante dormivano, profondamente...aspettando il promettente domani.
Anche Dave dormiva, finalmente. Fino a che all'incirca alle 3 di notte uno stimolo lo sveglia, anche se il bel moro non ha alcuna voglia di alzarsi.
D:..mmmh...uuhmm...mi sto pisciando, che cazzo...mmh...devo alzarmi...
Con pochissima convinzione si sollevò dal letto, dirigendosi verso il bagno quasi barcollando.
D: mmh...maledetta vescica...credo che comincerò a portare il pannolone per non dovermi alzare la notte...
Una volta espletati i suoi bisogni, si voltò verso il lavandino, aprì l'acquà fredda, si lavò le mani e successivamente si sciacquò il viso due, tre volte. Si guardò allo specchio. Fissò il suo riflesso. Tirò indietro i capelli, inumidendoli, continuando a guardarsi negli occhi. Quando un flash lo spaventò. L'immagine di una ragazza nello specchio, quella ragazza. Quegli occhi profondi come gli abissi di un oceano. Ma questa volta non c'era terrore nel suo sguardo. Dave, visibilmente scosso, uscì frettolosamente dal bagno, chiudendo rumorosamente la porta dietro di se. Restò immobile per qualche secondo, poi avanzò e si sedette sul letto.
D: calmati Dave, calmati...è stata solo una sorta di visione...sei ancora mezzo addormentato...ora ti rimetti a letto e ti riaddormenti...
Si sdraiò, sperando con tutto se stesso di non passare neanche un solo secondo come la notte precedente. prese a fissare il soffitto, con inespressività. Mille pensieri cominciarono a vagargli per la testa.
D: che mi prende ultimamente? sono impressionabile, ho le visioni...starò uscendo fuori di testa?!...oh Dio mio...devo cominciare ad andare da uno strizzacervelli forse?...mmmh...
Il fascinoso David, con aria timorosa ed interdetta, si girò su di un fianco.
D: ...è cominciato tutto da te, misteriosa ragazza...mi hai destabilizzato, proprio quando stavo ritrovando me stesso...chissà chi diamine sei...so solo che sei incredibilmente bella...
Dave chiuse gli occhi senza neanche rendersene conto. Prima di addormentarsi pronunciò un'ultima frase.
D: mmh...devo dimenticarti...
Si riaddormentò così, pensando a quella creatura che l'aveva sconvolto. Ma in una maniera diversa dal solito. Non era una spiacevole ed opprimente sensazione, ma una dolce ossessione...che gli avvolgeva il corpo e gli riempiva la mente.
Un altra notte passò, ed il sole sorse puntuale ed estremamente caldo su Milano. Una sveglia suonò puntuale come nonmai. 7:15 del mattino. Una ragazza dai lunghi capelli arruffati la disattivò, non sopportandone più il petulante suono.
V:..mmmh...uffff....è già ora...io ho un maledetto sonno pazzesco! mmmh...
La fedele gatta Blackened si avvicinò zompettando sul letto per dare il buongiorno alla sua padrona.
V: hey! buongiorno piccola...uuuoaaaaaah...mmh...la mamma và al bagno, ho bisogno di una doccia...
E dopo un largo sbadiglio si spogliò ed entrò in doccia. L'acqua scorreva rapidamente sulle sue delicate ma sinuose forme. Era una magnifica sensazione quella dell'acqua fresca e limpida sulla pelle. Era un'estate torrida nella media, ma l'afa si faceva sentire già di primo mattino. La temperatura dell'acqua la fece lievemente rabbrividire. Poi si voltò a guardare le confezioni di bagnoschiuma sulla mensolina all'angolo.
V: mmmmmh...vediamo...che bagnoschiuma posso usare oggi? mora e frutti rossi, cocco, talco...no! ho deciso, muschio bianco!...a Martin piacerà il muschio bianco?!
Ridacchiò da sola, e si sentì anche un pò cretina. Il sonno ristoratore forse era riuscito a farle dimenticare le preoccupazioni di quello che avrebbe dovuto affrontare quel giorno. Uscì fischiettando dalla doccia, poi prese perfino a cantare.
V: it's a question of lust, it's a question of trust, it's a question of NOOOOOT LETTING WHAT WE'VE BUIIILT UP CRUUUMBLE TO DUUUST! it is all of this things and mooore...
Si bloccò di colpo. Senza rendersene nemmeno conto si trovò in camera sua, con indosso il solo asciugamano, a fissare un poster incorniciato dei Depeche Mode. Periodo Song Of Fate And Devotion. la foto è in bianco e nero, Dave e Martin sul davanti. alla sinsitra di Dave c'era Alan, alla destra di Martin invece Fletch. Violante fissò intensamente Dave. Aveva un'espressione tesa, seria, attraverso la quale la ragazza riusciva comunque a percepire l'enorme sofferenza patita in quel periodo dal front-man. La tristezza rapì il cuore di Violante, per qualche lungo, immenso secondo.
V: it is all of this things and more...that keep us together...
Stavolta non cantò. la sua voce era malinconica, rotta dalla tristezza, stava ancora per piangere. Un brivido corse lungo la bianca schiena della ragazza.
V: non è il momento di perdersi in queste cose...devo sbrigarmi, devo accompagnare Ottavia! e devo...chiamare Martin.
Disse in un misto di ansia ed eccitazione. Si apprestò ad andare verso l'armadio per scegliere cosa indossare.
V: come mi vesto?...devo considerare che potrei incontrare Martin...quale sarà il suo tipo?!
La pianista si intrufolò per 2/3 nel grande armadio e cominciò a scaraventare sul letto miriadi di capi d'abbigliamento.
V: questo no...questo neppure...questo?!...naaaah...trovato!
Tirò fuori un vestitino nero con bordi di pizzo e scollatura. Ma si demoralizzò in fretta.
V: no...non và bene...troppo audace...non è il caso...al diavolo, viva la semplicità!
La giovane infine optò per una canotta nera dei Rolling Stones, un paio di shorts di jeans, un paio di all star nere e bianche. ci aggiunse il piccolo "sfizio" di una fine cinta borchiata. Poi passò ai capelli. Davanti al grande specchio del bagno provò mille pettinature improvvisate, ma nessuna la soddisfò in pieno.
V: ok, niente pettinature...capelli sciolti e fluenti!
Prese dall'armadio una borsa nera in stoffa, con una lunga tracolla e piena di spille di ogni tipo.
V: questa è perfetta.
Disse sorridendo. Dopodichè si appresto a salutare Blackened e ad uscire dalla porta. Risalì le scale che la portarono al giardino, e attraversò il tratto laterale adiacente all'edificio che separava casa sua da casa dei suoi genitori. entrò dalla portafinestra della cucina, che era spalancata. Una donna bionda, di mezza età ma giovanile, era ai fornelli della grande cucina in pietra. Era Grace, la madre di Violante.
V: buongiorno Mumy!
G: buongiorno tesoro! un bacio non me lo dai?
V: mmmh, vabene...
La ragazza si avvicinò alla donna, che si tese leggermente verso di lei per ricevere il bacio richiesto. Dopo Violante si sedette al grande tavolo in legno massello.
V: ho una fame...
G: tra poco è pronta la colazione tesoro...
V: Papà?
G: è al bagno...sta per arrivare.
V: ok...volevo ringraziarvi entrambi per le rose di ieri sera...sono bellissime!
Dal grande arco divisorio situato tra la cucina e la gigantesca sala spuntò un uomo alto, di media corporatura, capelli e baffi brizzolati, con un quotidiano in mano. Era Franco, il marito di Grace e padre adottivo di Violante. la ragazza lo notò, e lo salutò sorridendo.
V: Buongiorno Papà!
Fr: chi non muore si rivede...divertita ieri sera?
G: Franco!
V: Eddai Papà! sei ancora arrabbiato? comunque si, mi sono divertita ieri...parecchio...
Violante arrossì lievemente, ripensando alla serata...e a Martin. Poi si avvicinò al padre e gli diede un bacio sulla guancia.
Fr: ora non sono più offeso!
V: io si che sono convincente! ah, grazie per i fiori di ieri...sono bellissimi, mi ha fatto molto piacere riceverli...
Fr: Tutti meritati bambina mia, tutti meritati...
La ragazza sorrise dolcemente a quell'uomo che le aveva fatto da padre da quando era solo una bambina di 4-5 anni. Grace portò la colazione in tavola.
G: eccoci, la colazione è servita!
V: Amelia, Matteo e Ottavia non vengono per colazione?
A: chi mi chiama?? ah, è solo quella darkettona punk di mia sorella!
Mat: buongiorno a tutti!
I tre si voltarono verso l'arco divisorio, e scorsero Amelia che si avvicinava con un ragazzo alto, magro, capelli rasati. Era Matteo, marito di Amelia e padre di Ottavia. I due coniugi si accomodarono al tavolo. Violante, distratta a dare il buongiorno ai due nuovi arrivati, non si accorse che una presenza le tendeva un agguato alle spalle. La piccola Ottavia, di 4 anni, avanzava silenziosa dietro la sedia nella quale era seduta la ragazza. La bimba era bellissima, carnagione bianchissima, capelli neri e lisci in uno sbarazzino caschetto corto, portava sempre un cerhietto colorato. Occhi blu, molto simili a quelli di sua zia, anche se ai fatti tra loro non c'era alcun legame di sangue. Allungò le manine e frettolosamente prese ridacchiando a solleticare i fianchi della giovane zia.
V: aaaaaaaah piccola birbante! adesso ti faccio vedere io, ti mangio! ma di baci!
Prese la bimba in braccio e tra una coccola e l'altra le diede il buongiorno.
O: ciao zia!
La famiglia cominciò la colazione in allegria. Amelia si rivolse a suo marito.
A: amore, noi dobbiamo scappare, siamo in ritardo.
Mat: mmh, hai ragione! Ottavia tesoro, dai un bacio a me e alla mamma, che dobbiamo scappare! Viola siamo d'accordo? accompagni tu Ottavia?
V: certo! alle 8:30...ma che ore sono?
A: sono già le 8, e noi scappiamo, ciao a tutti!
Tutti salutarono. Viola tornò a fare colazione come tutti, ma improvvisamente si alzò di colpo dalla sedia scaraventandola per terra.
V: SONO LE 8???? devo fare una telefonata!!!!! me ne stavo dimenticando!!!!!
Franco, Grace e la piccola Ottavia rimasero sbalorditi. Violante prese il telefono cellulare dalla borsa e si allontanò velocemente in giardino. la mamma le urlò dietro.
G: Violante! ma và tutto bene??
V: si mamma, mi stavo solo dimenticando di una cosa importante! scusatemi torno subito!
Violante prese dal portafogli il biglietto datole da Martin la sera prima. Compose il numero, e con qualche esitazione portò l'apparecchio all'orecchio. Dall'altra parte della cornetta, il telefono squillava insistentemente, ma Martin era ancora in un pesante dormiveglia.
M: mmmmh...
Il telefono continuò a squillare, ancora e ancora. Violante dall'altra parte cominciava a disperare. Martin si decise, allungò un braccio ed afferrò la cornetta del telefono.
M: mmmmh...chi è che rompe?
Violante spalancò gli occhi. iniziava ad imbarazzarsi, e non avevano neanche cominciato a parlare. voleva chiudere il telefono e mollare tutto, ma cambiò idea.
V: M-Martin...sono Violante...
Martin sussultò, e si alzò di scatto.
M: VIOLANTE!!! sei tu!!
V: ehm...si...ti ho disturbato non è vero?
M: no!! no ma che dici! questo è stato il più bel risveglio dell'ultimo periodo!
Violante rise. Martin si era svegliato di colpo e col batticuore, ma gli era piaciuto da impazzire.
V: s-senti...io ho la giornata libera oggi...se vuoi e se il resto del gruppo è disponibile possiamo incontrarci...ehm...sempre se non avete altri impegni...
M: impegni?! ma scherzi?? abbiamo appena finito il tour, se non abbiamo del tempo libero ora! senti...mi hai detto che hai la giornata libera...
V: si...è così...
M: beh...che ne diresti se ti portassi allo studio nel pomeriggio, e io e te ci facessimo un giro per milano stamattina? poi mangiamo un boccone per pranzo, e andiamo a conoscere gli altri...ti và?
Violante si sentì svenire. Ora non poteva negarlo, Martin voleva un appuntamento. respirò profondamente, più e più volte, si sedette su una panchina in pietra. Attimi di silenziosa attesa. Un certo imbarazzo cominciava ad aleggiare, e Martin se ne accorse. Nella sua mente continuava a ripetersi "accettaccettacettacettacettaccetta". Così, determinato al massimo a passare del tempo con lei, tentò di "provocarla".
M: Violante...se non ti và non importa eh...non devi sentirti obbligata...se vuoi ci vediamo direttamente agli studi e...
V: VA BENE! ehm...va bene...accetto Martin!
Violante aveva appena accettato un appuntamento con Martin Lee Gore, QUEL Martin Lee Gore. E non poteva crederci. Martin scostò l'apparecchio telefonico dall'orecchio e cominciò a saltare sul letto. Poi si ci gettò, riprendendo il telefono e riportandolo all'orecchio.
V: Martin? ci sei ancora?
M: si si! è solo che non vedo l'ora di vederti...
Disse Martin con tono dolce ed entusiasta. Violante sentì il terreno sotto i piedi mancarle, e lo stomaco in subbuglio.
V: ehm...bene...allora...vengo a prenderti al tuo albergo, usciremo con la mia macchina...saremo, o meglio sarai, meno esposto ai tuoi scatenati fan...alloggi all'hotel Baglioni, vero?
M: si esatto! facciamo...per le 10?
V: è perfetto...perfetto...
M: benissimo! ti aspetto nella hall...chiedi di me alla reception, avvertirò di farmi chiamare se a cercarmi sarà una splendida ragazza...
Violante credeva di non poter reggere più. a stento rispose al biondo Depeche.
V: o-ok...allora ci vediamo alle 10 all'hotel Baglioni...a dopo..Martin...
M: a dopo, angelo...
Martin riattaccò. Violante rimase col telefono vicino all'orecchio, intorno a lei c'era un umida afa ma lei si sentiva gelare. si alzò dalla panchina, e con una mano in testa cominciò a ripetersi "non è possibile...non è possibile...no! non è possibile!". una voce di donna arrivò dalla portafinestra della casa sino al giardino, nel quale Violante camminava nervosamente avanti e indietro senza sosta. non percepiva nulla, neanche la voce della mamma, che preoccupata la chiamava. Grace si fece sentire meglio.
G: Violante??? ma insomma che ti prende???
Violante si girò di scatto.
V: mamma...oddio devo tornare dentro!
Corse verso la cucina, per raggiungere la sua famiglia.
V: scusate, davvero! dovevo fare una telefonata importante..
O: a chi zietta?
V: ehm...nulla di importante tesoro..heheh!
G: sicura che và tutto bene?
V: si mamma, te l'ho detto...e tu papà non guardarmi così! è tutto ok! ma che ore sono?
Fr: sono le 8:20, e se non ti sbrighi Ottavia farà tardi alla ludoteca.
V: COOOSA?!?!?! oh Dio è tardi!!! Ottavia tu hai finito di mangiare?
O: si zia!
V: ok allora prendi lo zainetto tesoro, ti accompagno subito in ludoteca!
La bimba scivolò giù dalla sedia e corse nel soggiorno a prendere lo zainetto. Violante si rivolse ai genitori.
V: oggi ho...parecchie cose da fare...non torno per pranzo, e forse neanche per cena. andate voi a prendere Ottavia alle 12 alla ludoteca?
G: ok...ma oggi ti vedo troppo..distratta!...ci stai nascondendo qualcosa?
Violante avvampò.
V: n-no, no...tranquilli! è solo che ho delle cose da fare...
Fr: ...e con chi?
V: ehm...con Vicky!
La bambina si presentò al fianco della zia, picchiettandole la gamba.
O: zia io sono pronta...andiamo?
V: si amore di zia, ora andiamo!
Ottavia schiocco un bacio al nonno e uno alla nonna, salutò e festante uscì dalla porta principale, saltellando per il piccolo viale alberato, raggiungendo l'auto di Violante.
V: vado, Ottavia è davanti alla macchina...ciao!
G: ciao amore! buona giornata...
Franco guardò la moglie, perplesso. Grace se ne accorse, e sorrise con aria divertita.
G: che c'è?
Fr: hai capito qualcosa che io non ho capito?
G: cosa intendi dire?
Fr: ah, non lo so...so solo che Violante stamattina era particolarmente strana...dici che dobbiamo preoccuparci?
G: no...non c'è da preoccuparsi...ma per come ti consoco a breve potresti essere geloso della tua bambina...
Asserì Grace, ridacchiando mentre sparecchiava la tavola.
Fr: eh? che cosa vuoi dire?? ha un ragazzo???
G: io non ho detto niente!
Fr: mmmh...
Franco riprese a leggere il giornale. Grace, col sorriso stampato sulla faccia, aveva già abbondantemente capito.
Violante aprì la macchina, partì ed accompagnò sua nipote davanti alla ludoteca.
V: eccoci qua! divertiti piccola!
O: zia vieni a prendermi all'uscita?
V: no amore...oggi non posso...ho...ho da fare!
O: mmmh...devi uscire con un ragazzo zia??
V: eh?!
O: vi baciate?? a me fa schifo baciare i maschi!
V: Ottavia!! avanti march, la Maestra Isabella ti sta aspettando sulla porta, su!
O: la zia Viola è fidanzata! la zia Viola bacia un ragazzo! ciao ciao!
Violante rimase sbalordita, e non fece in tempo a rispondere alla sua nipotina che la bimba scese dall'auto e corse verso la maestra, e poi dentro la ludoteca.
V: ma guarda un pò...i bambini di oggi! io a 4 anni non sapevo quest....
Si arrestò. non riuscì a proseguire la frase. ripensò ai suoi 4 anni, ed un grande senso di disperazione e vuoto la pervase. stava per piangere, quando si sfregò gli occhi con le mani ed accese il motore dell'auto.
V: non devo pensare...ho un appuntamento, l'appuntamento della mia vita...e non posso certo presentarmici col muso.
Inserì la prima marcia e si mise in cammino. mentre viaggiava nella sua Mini Cooper rossa, pensò a dove avrebbe potuto portare Martin quella mattina.
V: mmmh...vediamo...qualcosa di non troppo noioso, nè impegnativo...ma neanche un posto scontato tipo via Monte Napoleone!...nella quale sarà sicuramente già stato...e poi lo assalirebbero! no...meglio di no...
Pensò, ripensò e ripensò ancora. finchè un idea fulminante le frullò in testa.
V: posso portarlo da Vicky al parco fuori città! è un posto tranquillo, il parco è bellissimo, e Vicky sarà al settimo cielo! ora accosto e le mando un SMS.
Sostò in una piazzola di sosta, afferrò il telefono cellulare Sony Ericsson GF768 di colore blu acquistato da una settimana scarsa (e che Violante aveva regalato anche alle altre 2 amiche, per Vicky nero, e per Lisa giallo) dalla borsa e scrisse: "Passo da te stamattina...con un ospite...! preparati...e trattieniti dalle tue solite scenate! a dopo!
"